Presentazione del libro: Difendersi da un attacco terroristico
“Raccontando le azioni dei terroristi del Daesh (o Isis) come abbiamo fatto fino ad ora, quasi fossero degli imbattibili grandi guerrieri, non diciamo la vertà e li assecondiamo dal punto di vista della comunicazione. Ci siamo fatti attaccare ed a volte uccidere da incompetenti”.
Così Carlo Biffani, autore di “Difendersi da un attacco terroristico”, lancia la prima provocazione rispetto ad una verità della quale è fondamentale prendere coscienza se vogliamo conoscere il nemico e imparare a combatterlo. Il libro è un agile manuale di pronto soccorso antiterroristico in italiano e in inglese, entrambe le versioni racchiuse in una cinquantina di pagine che vanno dritte all’obiettivo.
L’autore, esperto di sicurezza, da anni opera nel Risk Assessment e nella Risk Mitigation per conto di privati, aziende ed enti ed ha collaborato con il Comitato parlamentare per i Servizi di sicurezza, con la Commissione Difesa del Senato, e con varie università.
"Difendersi da un attacco terroristico" oltre ad un manuale è anche una giornata di formazine e approfondimento sui temi della strategia difensiva e dei comportamenti da tenere sia in fase preventiva che reattiva.
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La minaccia terroristica in occidente, da parte di quello che chiamiamo genericamente Daesh (o Isis, per la vulgata), è cambiata rispetto ai tempi di Al Qaeda e Bin Laden. La seconda agiva in nome di un’ideologia e i suoi membri erano parte di un’organizzazione di tipo paramilitare, allenati e preparati, con volontà di colpire chiara e pianificata. Oggi, invece, quelli che ci uccidono dentro casa nostra e con cui dovremo fare i conti per i prossimi anni, non sono preparati militarmente, hanno un Ak 47 che a volte non sanno nemmeno usare quando non si inceppa, alla base hanno il fanatismo e la voglia di far parte di un qualcosa di fluttuante che chiamano Califfato piuttosto che un’ideologia come la intendiamo noi. Sono i cosiddetti lupi solitari. Ci odiano e vogliono ucciderci, questo è fuor di dubbio, ma come preparazione tattica rasentano l’imbecillità e per questo sono ancora più pericolosi.
E noi cittadini dobbiamo imparare a difenderci mettendo in atto le nostre strategie di difesa. E la prima, è la consapevolezza del fatto che non sono grandi guerrieri e di come riuscire a salvarsi se ci si dovesse trovare nella loro traiettoria. Conoscere il proprio nemico, che sia capire se è solo oppure no, se ha un’arma corta o lunga, che lingua parla, se ha uno zainetto con eventuali esplosivi o un semplice coltello, è la prima regola per combatterlo: di questo tipo di strategia scriveva già Sun Tze ne "L’Arte della Guerra" e lo ribadisce Biffani che, senza scomodare la Cina del VI sec. a.C, mette a disposizione dei cittadini comuni la propria esperienza.
Oggi il terrorismo è di improvvisazione, ha fatto notare J.R.James e anche per l’Intelligence è difficile capirne la mosse. Oggi basta un tir e pur senza caricarlo di esplosivo C4 lo si rende letale lanciandolo sulla folla, che rimane impotente. E alla gente comune, concetto condiviso da tutti i relatori, non interessa tanto conoscere il lavoro dell’Intelligence, piuttosto interessa che qualcuno la difenda. “Il libro di Biffani parte da un concetto importante, la prevenzione: agire e non reagire”, ha osservato James.
Che sia un attacco con un camion tra la folla o una strage come quella del Bataclan di Parigi, parliamo sempre di personaggi “…pericolosissimi, determinati, questo sì ma in realtà solo squallide e grottesche controfigure rispetto a quello che vorrebbero farci credere di essere. Mostri di ferocia, spesso imbottiti di droga, che riescono a seminare il terrore unicamente confrontandosi con cittadini disarmati. È arrivato il momento di spiegare ai civili disarmati come provare a difendersi”, scrive l’autore.
La strategia difensiva la mettiamo in atto tutti i giorni, ad esempio quando stiamo attenti a non scivolare o quando prendiamo una pentola bollente proteggendoci le mani. Dobbiamo solo allargare la consapevolezza, finché guardarci intorno per sopravvivere sarà diventato naturale come bere l’acqua. Un battito di ciglia, una visione d’insieme e poi tornare a fare quel che vogliamo, ridere e divertirci, che è il dispetto più grosso con cui possiamo rispondere a questi mentecatti che vorrebbero toglierci senno e sonno per la paura.
Nell’ipotesi che possiamo trovarci in mezzo a un attacco terroristico, trovare un riparo sicuro come una fioriera o un muro grande per evitare colpi di arma da fuoco è il primo step, magari dopo aver localizzato le uscite di sicurezza, quest’ultimo un concetto che, nel caso di soccorso tecnico urgente, insegnano anche i vigili del fuoco. In un evento con tanta gente come un concerto, indossare scarpe chiuse è meglio, perché permettono di fuggire senza ferirci. Se chiusi in un luogo, azzerare la suoneria del cellulare e attivarne la funzione di risparmio energetico e appena si può dare l’allarme. Non fuggire correndo per lunghi tratti in linea retta. E così via, pensando anche che, nel giro di pochi minuti, interverranno le Forze Speciali per liberarci e al loro arrivo noi possiamo collaborare mettendoci in posizione fetale con le mani bene in vista.
Il libro esamina i vari casi di attacco terroristico analizzando gli attentati degli ultimi anni in Francia, in Belgio o in Turchia e dando consigli su come uscirne se ci dovessimo trovare coinvolti in un caso analogo. È un libro di facile lettura, di quelli da consigliare anche ai ragazzi delle scuole, scritto con linguaggio accattivante da un esperto dell’argomento.
La paura è mancanza di conoscenza. E visto che con le minacce terroristiche di questo tipo dovremo fare i conti e imparare a conviverci, sapere chi abbiamo di fronte ed essere consapevoli che possiamo uscirne è importante, se non altro per continuare a vivere a modo nostro (Israele docet) piuttosto che con la paura di uscire di casa come loro vorrebbero imporci.
Biffani con il suo libro fa questo: ci informa, ci consiglia e ci invita a vivere, oltre la paura.
[Da un'intervista fatta a Carlo Biffa da Giusy Federici - https://www.difesaonline.it/evidenza/recensioni/carlo-biffani-difendersi-da-un-attacco-terroristico ]