Training P.E.G.E.A.N.P.

Prevenzione E Gestione delle Emergenze in Ambiente Non Permissivo

Il training P.E.G.E.A.N.P. è dedicato alla sicurezza in aree non permissive. Affronta le problematiche specifiche della materia riferite a personale che, per qualsiasi ragione, si troverà in aree geografiche od in paesi a media o alta conflittualità e le approfondisce sia in termini di pianificazione che di soluzioni atte ad ottenere la sicurezza fisica.
Gli argomenti sono idonei per un target di persone con o senza esperienza in merito, ovvero si adattano sia ad un pubblico di non professionisti come anche ad operatori della sicurezza, entrambi accomunati dalla necessità di comprendere quali predisposizioni attuare e quali scelte operare se si troveranno nella necessità di viaggiare, vivere ed operare in aree di crisi.

Argomenti trattati

Nella parte introduttiva sono esaminati i principali fattori condizionanti la sicurezza, legati sia a realtà oggettive che soggettive.

Gli argomenti selezionati sono volti a sensibilizzare il frequentatore, rispetto alle tematiche affrontate ed a fornire le conoscenze fondamentali in materia di prevenzione e di sicurezza.

Nella parte denominata principi generali della sicurezza si realizza una veduta d’insieme delle principali problematiche. Sono quindi introdotte alcune nozioni utili per integrarsi a livello comportamentale, come anche per operare correttamente delle scelte che possono influire ed eventualmente incrementare la propria sicurezza. La strategia difensiva da attuarsi, è elaborata attraverso un piano di difesa di cui sono forniti degli esempi. Nel capitolo principi generali della sicurezza si segue lo schema di base che analizza i rischi determinati dal contesto, dalla posizione e dalla tipologia dei luoghi che si frequentano più assiduamente, ovvero, l’abitazione ed il luogo di lavoro.

La dispersione/protezione di informazioni è trattata nei punti riguardanti il comportamento, le comunicazioni telefoniche e la protezione dal rischio di sottrazione di informazioni, nell’ottica specifica della propria sicurezza fisica. Oltre agli aspetti legati alle comunicazioni telefoniche e al comportamento, il segmento riferito alla dispersione/sottrazione di informazioni traccia una panoramica generale riferita all’argomento specifico.

Componente fondamentale della sicurezza personale è la contro-sorveglianza, in particolare la contro-sorveglianza fisica alla quale è dedicato un capitolo, comprendente alcune nozioni e tecniche di semplice attuazione.

La sicurezza negli spostamenti è trattata per caratteri generali, mediante l’individuazione di alcune tecniche di possibile attuazione, riferite a due fattori condizionanti: gli spostamenti in aree urbanizzate e quelli in zone rurali, analizzando quindi anche l’organizzazione degli spostamenti su distanze “lunghe”. Questo capitolo prescinde volutamente da situazioni e realtà tipiche di particolari aree; è preso in considerazione un fattore di rischio elevato, con lo scopo di offrire spazi dimostrativi ed esempi che possano servire ad affrontare e risolvere problemi propri di tale situazione. In questo capitolo sono prese in esame, come già accennato, le problematiche riferite agli spostamenti in aree urbanizzate e/o rurali e su percorsi relativi a lunghe distanze, come anche le strategie di pianificazione degli itinerari e la gestione delle informazioni relative. Sono quindi spiegate le tecniche che prevedono l’utilizzo del sistema dei punti di emergenza e di comunicazione, che costituiscono strumento di monitoraggio e di allarme impiegato soprattutto nel contesto di spostamenti in territori con particolari caratteristiche geografiche.

Il coordinamento con la scorta propone un minimo di conoscenza degli assetti principali e delle modalità operative di un servizio di protezione. Lo scopo è quello di favorire un’eventuale integrazione fra chi deve fruire della scorta e lo stesso team di protezione e di sviluppare una sensibilità di giudizio sulla qualità della scorta stessa. Lo stesso segmento fornisce elementi utili per determinare, per sommi capi, quale sia il livello in termini di efficacia e di professionalità di un eventuale servizio di sicurezza a noi assegnato come spesso accade per esempio nei paesi dell’area medio orientale, in Africa od in Sud America.

Il coordinamento con le autorità locali evidenzia le principali disposizioni da attuare per affrontare la spesso “difficile” convivenza con le realtà che si possono trovare in aree e paesi a rischio e con le quali spesso si è, in qualche misura, costretti ad avere relazioni.

La sessione si riferisce alle aree geografiche ed ai paesi nei quali è noto come una delle caratteristiche negative sia rappresentata dal problematico rapporto con le autorità locali, soprattutto con le forze di sicurezza che talvolta possono essere causa di disavventure con risvolti anche traumatici se non addirittura tragici. Il capitolo riguardante il coordinamento con le autorità e le forze di sicurezza locali fornisce linee guida e concetti fondamentali tesi alla sensibilizzazione ed alla consapevolezza del “problema”.

Nel punto dedicato alla strategia difensiva si stimola l’elaborazione dei dati raccolti e analizzati come indicato nei capitoli precedenti. Bisognerà razionalizzare il proprio comportamento per operare scelte e decisioni corrette, con particolare attenzione al problema della sicurezza valutando e contenendo il rischio. Sono quindi riportati degli esempi su come elaborare un piano di difesa, tenendo sempre presente che la casistica, i fattori condizionanti e le variabili, sono innumerevoli. Lo scopo è quello di arrivare alla formazione di una sensibilità in materia di security.

Le comunicazioni radio telefoniche, in quanto parte integrante della sicurezza negli spostamenti, sono trattate in termini di piani di collegamento ed attivazione del sistema di emergenza.

Training pratico (su richiesta)

Nella seconda giornata del corso, da richiedere specificatamente, viene proposta una fase di simulazione di rapimento, la cui finalità è quella di sottoporre gli allievi ad un accenno di quelle stimolazioni psico-sensoriali proprie delle situazioni di prelevamento forzato e di detenzione.
Le modalità di sviluppo di tale attività non prevedono alcuna fase violenta di trattamento prigionieri, ma sono piuttosto tese a far scaturire riflessioni profonde sulle reazioni che ognuno di noi sviluppa in una situazione di privazione delle più elementari forme di libertà personale. In ogni momento è possibile uscire dalla simulazione senza alcun impedimento e con la massima sollecitudine.

Conclusioni

Tenuto conto del target a cui ci si rivolge, ovvero a corsisti che possono o meno essere professionisti nel settore della sicurezza, il taglio delle materie trattate si mantiene volutamente su concetti generali e si basa su tecniche semplici ma efficaci e facilmente attuabili.
Scopo primario è quello di fornire strumenti utilizzabili e concreti, sempre collegati gli uni agli altri, favorendo quindi la creazione della consapevolezza del rischio e l’attuazione degli strumenti atti al suo contenimento.
Nel caso in cui la richiesta formativa provenga da settori più strettamente collegati al mondo della sicurezza e della gestione del rischio, siamo in grado di elevare sia il livello delle informazioni proposte che la tipologia di simulazioni e di scenari tattici offerti.

 

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